Ancora in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 26 maggio
Tutto si svolge nell’appartamento in cui Oriana Fallaci abitava a New York: c’è il suo letto, la libreria, la macchina da scrivere in un’ambientazione che lascia in sospeso tra passato, presente e futuro. Tra la vita e la morte. Il tutto all’insegna di quella severità che la Fallaci pretendeva dal mondo e innanzitutto da se stessa. Al centro della storia c’è la sua lunga battaglia di scrittrice e di giornalista. Una battaglia fatta di idee, ma anche di impegno concreto sul campo, contro tutto ciò che contrastava l’obiettivo principale che lei si era dato: combattere ogni forma di sopruso e di repressione delle coscienze, per preservare quella democrazia che l’Occidente si è conquistato a “caro prezzo” con milioni di vittime durante la guerra con il regime tedesco di Hitler. È questo il filo conduttore che unisce l’Oriana partigiana all’Oriana avversaria dell’islamizzazione dell’Europa. Un filo reciso nel furore dello scontro ideologico che ha accompagnato i suoi ultimi giorni, ma che va ritessuto per non conservare della Fallaci solo uno spezzone poco rappresentativo. Monica Guerritore ha ricordato, in un’ora di “teatro di qualità”, una delle più grandi protagoniste del giornalismo e della cultura del Novecento, contribuendo generosamente a riconciliarla con la storia e con la memoria collettiva. In scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 26 maggio 2013. Per info www.teatroeliseo.it oppure www.michiedetediparlare.it
Giovanni Cavaliere