La controversa storia del grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler
Luca Zingaretti è interprete e regista di un testo di Ronald Harwood che pone in primo piano il tema della libertà dell’artista. Berlino 1946. Inizia la cosiddetta denazificazione, la caccia ai sostenitori del caduto regime. Gli alleati hanno bisogno di casi esemplari che diano risonanza all’iniziativa. Viene così convocato, nel quadro di una indagine sulla sua presunta collaborazione con la dittatura, il più illustre esponente dell’alta cultura tedesca, vale a dire il direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler (interpretato da Massimo de Francovich). Egli non era stato nazista e, anzi, non aveva nascosto di detestare le politiche del Terzo Reich. Contrariamente a molti illustri intellettuali era rimasto in patria svolgendo la sua attività con l’intento di tenere accesa la fiaccola dell’arte e della cultura, convinto che questa non abbia connotazione politica. Nonostante avesse utilizzato privilegi e prestigio per aiutare le persone perseguitate o emarginate, oltre ad essere considerato “super partes” anche dai suoi compatrioti,i vincitori vogliono vederci chiaro e, se possibile, far crollare anche questo superstite mito della superiorità germanica. Per essere certi dall’imparzialità dell’indagine, affidano il caso a un maggiore dell’esercito (interpretato da Zingaretti) immune al fascino dell’artista…Tra gli interpreti: Peppino Mazzotta, Gianluigi Fogacci, Elena Arvigo e Caterina Gramaglia. Scene di Andrè Benaim e Costumi di Chiara Ferrantini. Lo spettacolo è in scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 24 marzo. Per info www.teatroeliseo.it
Giovanni Cavaliere