A Roma ancora per pochi giorni la mostra in onore del grande maestro
La mostra, al Museo dell’Ara Pacis fino al 28 aprile, è un percorso tra manifesti (più di venti originali), fotografie (oltre quattrocento pezzi unici, sul set e fuori dal set, o in famiglia) e immagini in movimento, oggetti di culto (dalla carrellata di costumi originali, alla bicicletta più famosa del cinema, agli Oscar che hanno suggellato i suoi film), un itinerario costellato di documenti personali, che illuminano il Vittorio De Sica regista e attore, certamente, ma anche cantante e uomo di spettacolo a tutto tondo, così come il De Sica privato, con le due mogli, Giuditta Rissone e Maria Mercader, e i tre figli. Alla mostra sono dedicate quattro sale e dodici sezioni: dal primo successo con Mario Mattoli e la sua impresa di spettacoli Za Bum che porta al varietà la rivista “Lucciole della città”, alla popolarità raggiunta con le incisioni discografiche (basti citare “Parlami d’amore, Mariù”); il passaggio dagli anni Trenta, destreggiati tra teatro e cinema (“Il signor Max” è del 1937) agli anni Quaranta che lo vedono imporsi come regista e padre del Neorealismo: magnifica la sequenza fotografica, raccolta sul set di “I bambini ci guardano” (1943), testimonianza di grandissima forza visiva nel mostrare il suo talento unico nella direzione degli attori non professionisti; la stagione del Neorealismo con i quattro capolavori “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (1950), “Umberto D”. (1952); il sodalizio con Cesare Zavattini e quello con Sophia Loren. Per info: http://www.arapacis.it/mostre_ed_eventi/mostre/tutti_de_sica
Giovanni Cavaliere